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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, II, 50
 
originale
 
50 Conceptio contra naturam fortasse, sed partus prope necessarius. Sed quid plura? Ortum videamus haruspicinae; sic facillume quid habeat auctoritatis iudicabimus. Tages quidam dicitur in agro Tarquiniensi, cum terra araretur et sulcus altius esset impressus, exstitisse repente et eum adfatus esse qui arabat. Is autem Tages, ut in libris est Etruscorum, puerili specie dicitur visus, sed senili fuisse prudentia. Eius adspectu cum obstipuisset bubulcus clamoremque maiorem cum admiratione edidisset, concursum esse factum, totamque brevi tempore in eum locum Etruriam convenisse. Tum illum plura locutum multis audientibus, qui omnia verba eius exceperint litterisque mandarint. Omnem autem orationem fuisse eam qua haruspicinae disciplina contineretur; eam postea crevisse rebus novis cognoscendis et ad eadem illa principia referendis. Haec accepimus ab ipsis, haec scripta conservant, hunc fontem habent disciplinae.
 
traduzione
 
50 Il concepimento potrebb'essere contro natura, forse; ma il parto ? pressoch? necessario. Ma a che scopo dilungarci? Vediamo l'origine dell'aruspic?na; cos? giudicheremo nel modo pi? facile quale autorit? essa abbia. Si dice che un contadino, mentre arava la terra nel territorio di Tarquinia, fece un solco pi? profondo del solito; da esso balz? su all'improvviso, un certo Tagete e rivolse la parola all'aratore. Questo Tagete, a quanto si legge nei libri degli etruschi, aveva l'aspetto di un bambino, ma il senno di un vecchio. Essendo rimasto stupito da questa apparizione il contadino, e avendo levato un alto grido di meraviglia, accorse molta gente, e in poco tempo tutta l'Etruria si radun? col?. Allora Tagete parl? a lungo dinanzi alla folla degli ascoltatori, i quali stettero a sentire con attenzione tutte le sue parole e le misero poi per iscritto. L'intero suo discorso fu quello in cui era contenuta la scienza dell'aruspic?na; essa poi si accrebbe con la conoscenza di altre cose che furono ricondotte a quegli stessi principi. Ci? abbiamo appreso dagli etruschi stessi, quegli scritti essi conservano, quelli considerano come la fonte della loro dottrina.
 

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